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Il tuo escursus è comune a molti di noi.

Avendo verificato di persona tante delle vetture dell'era Biturbo papabili, mi permetto di riportare in massima sintesi le caratteristiche di qualcuna di loro (tralasciando aspetti di prezzo e fiscali):
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Biturbo S: è estremamente affascinante. E' la Biturbo più "dura e pura", spigolosa di linea e di comportamento. L'alimentazione a carburatore non mi ha MAI dato alcun fastidio. E' la più "industriale" della specie, con molta più plastica percepita rispetto alle successive.
Come tutte le Biturbo "prima maniera", è bisognosa di continue attenzioni che, se dedicate, mettono al riparo da manutenzioni importanti e costose.
PRO: fascino, immagine "storica", prezzo, facilità reperimento ricambi.
CONTRO: sterzo inadeguato, freni non ventilati, interni in finta pelle che impongono un costoso rifacimento, assetto pericoloso.
(Tutte le considerazioni valgono anche per la versione berlina 420S).
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228: è la più artigianale delle Maserati industriali. Siamo a livelli di realizzazione anni '50. Tutto è fatto a mano, ogni particolare specifico è frutto di adattamento o costruzione manuale. Il lusso negli arredi è iconico. Non esiste un cm di abitacolo non coperto da morbida pelle o alcantara. O radica.
Un salotto classico che si muove rapidamente ed efficacemente in autostrada o nel misto veloce. Quanto di più lontano ci possa essere dall'elettronica e dal "fatto in serie", dal dozzinale.
PRO: lusso classico, esclusività, artigianalità, confort, prestazioni (previa messa a punto da chi la conosce).
CONTRO: rarità dei ricambi specifici di carrozzeria, mancanza totale di ausilii elettronici presenti in vetture coeve anche molto più basse di livello.
- Ghibli: il non-plus-ultra della filosofia Biturbo, concetto che con questo modello ha raggiunto la maturità. Prestazioni brutali, affidabilità molto elevata (soprattutto dal MY94 in poi). Veloce, leggera, confortevole, di grande richiamo anche sul pubblico.
PRO: prestazioni elevate, abitacolo lussuoso, assetto e freni efficaci. Iconica in ambito collezionistico.
CONTRO: rarità di alcuni ricambi.
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Spyder: per chi vuole le sensazioni che si provano a guidare una spider d'epoca, avvolti però dal lusso di un abitacolo artigianale ridondante di pelle e radica, da una bellissima e filante carrozzeria di Zagato e dal rombo cupo di un V6 con 2 turbi
(soprattutto nella prima versione a carburatore). Un sogno, insomma.
PRO: immagine molto esclusiva, raffinatezza, bellezza, prospettive collezionistiche.
CONTRO: flessibilità telaio, bisogno di cure ancora maggiori rispetto alle coupè/berline.
Karif: unisce l'efficacia del 2800 pieno di coppia e di CV al nervosismo di un telaio Biturbo Spyder, condito col lusso sfacciato degli interni. Dall'aspetto sconcertante, è per palati sopraffini.
PRO: esclusività, esperienza di guida sportiva per pochi smaliziati.
CONTRO: difficoltà a trovarne una. Esperienza di guida sportiva per pochi smaliziati.
Berline varie: sempre sottostimate sia come valore economico che come appettibilità verso il pubblico, le versioni a 4 sportelli possono dare grandi emozioni, sia che si tratti di una 420 (prezzo di acquisto da Vespa 50, prezzo di mantenimento superiore a quello necessario per una Shamal), col suo esclusivo interno in velluto Missoni, che di una 430 (che come le 4.24v ha prestazioni molto elevate date da un motore generosissimo unite al lusso totale dell'interno).
Con l'esclusiva firma di Gandini c'è l'evoluzione del modello 4 sportelli, la Quattroporte IV, che a dispetto del nome ha dalla sua la leggerezza, la linea e le prestazioni di una sportiva pura, soprattutto se col V8 3200.